Per non dimenticare

 

30 ANNI FA, LA STRAGE DI CAPACI. PER NON DIMENTICARE. GIOVANNI FALCONE, FRANCESCA MORVILLO, VITO SCHIFANI, ANTONIO MONTINARO E ROCCO DICILLO ❤ ❤ ❤ ❤ ❤

Sono stati uccisi due volte

Il magistrato che ha indagato sull’omicidio dei due giovani poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato “per vizio totale di mente” come da perizia
TRIESTE Augusto Meran è stato assolto perché “il fatto è stato commesso da una persona non imputabile”. Vista la sua pericolosità, verrà trasferito dal carcere di Verona in una residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza (Rems).
E’ la sentenza emessa poco prima delle 19, venerdì 6 maggio, a Trieste dalla Corte d’Assise presieduta dal giudice Enzo Truncellito.
Dopo la lettura della sentenza, il fratello di Matteo Demenego, uno dei due poliziotti uccisi, ha tentato di aggredire l’avvocato difensore di Meran, Paolo Bevilacqua.
Omicidio degli agenti uccisi a Trieste, assolto Meran: tensione all’uscita dall’aula
L’udienza
Nel corso dell’udienza, cominciata alle 9.30, il pm Federica Riolino – il magistrato che ha indagato sull’omicidio dei due giovani poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego avvenuto il 4 ottobre del 2019 in Questura a Trieste – aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato Augusto Meran “per vizio totale di mente” come da perizia disposta dal loro consulente.
Il pm aveva chiesto anche il trasferimento in una struttura di ricovero (Rems) vista la pericolosità sociale dell’imputato, anche in via provvisoria.
Il pm Riolino, nel chiedere l’assoluzione aveva detto: “Mi dispiace per la richiesta che sto per fare ma è una verità processuale a cui siamo arrivati”.
Le perizie
La tesi del totale vizio di mente era stata confermata anche dall’ultima perizia del dottor Stefano Ferracuti, professore ordinario di Psicopatologia Forense della facoltà di Medicina dell’università La Sapienza di Roma e consulente incaricato dalla stessa Corte su richiesta degli avvocati di Meran, Paolo e Alice Bevilacqua.
Lo specialista, nella sua perizia “bis”, aveva concluso per un vizio «totale» di mente dell’assassino, ritenuto gravemente schizofrenico e, al momento dei fatti, in preda a una condizione «di delirio persecutorio».
La Corte non ha dunque dato credito alla precedente perizia preparata in sede di incidente probatorio dal collegio peritale nominato dal gip Massimo Tomassini (nell’équipe anche Mario Novello, psichiatra, già responsabile del Dipartimento di Salute mentale Medio Friuli), che sosteneva una «parziale» incapacità di Maran. Se così fosse stato, il processo sarebbe proseguito con una probabile condanna.
L’intervento in aula del procuratore capo De Nicolo
In aula oggi a Trieste anche il procuratore capo De Nicolo, che nel corso dell’udienza aveva dichiarato in un lungo intervento: “Questa tragedia è una ferita per tutti i cittadini italiani: due bravi ragazzi, giovani agenti, che sono morti così. Una tragedia che ha sconvolto la vita di due famiglie, nei confronti delle quali possiamo avere solo profondo rispetto e silenzio. Pensiamo che l’ergastolo possa lenire il dolore? Oppure che possa farlo un internamento in una Rems? – si è chiesto il procuratore capo –. Due vite distrutte non hanno possibilità di riparazione ma noi abbiamo uno strumento riparatorio che è il processo. Noi non avevamo ammazzato i terroristi ma avevamo seguito le logiche del processo penale come strumento di democrazia. Ed è ciò che facciamo ora e già la consulenza del pm aveva concluso per la totale infermità”.
“Il reato è stato commesso da un assassino, e questo lo diciamo chiaramente, che però non è imputabile – ha continuato De Nicolo -. Se Meran sarà internato nel Rems, va ricordato che queste sono strutture insufficienti e inadeguate, mentre Meran è socialmente pericolosissimo. Io spero che questa tragedia serva a far uscire dal torpore la classe politica nella regolamentazione delle Rems perché lo Stato deve dare una risposta adeguata al folle reo”.